Retinopatia
tipologie e trattamenti
Saint Peter Medical Center e Quality Vision, una consolidata realtà oculistica costituita da rinomati professionisti del settore, con competenze ai più alti livelli e in linea con le ultime evoluzioni tecnologiche e scientifiche nel campo della chirurgia e diagnostica oculare, offrono soluzioni avanzate per il trattamento dei difetti visivi e delle patologie oculari. Il nostro centro oftalmologico all’avanguardia offre una gamma completa di servizi, utilizzando tecnologie avanzate e trattamenti innovativi.
La retinopatia è una condizione patologica che colpisce la retina, il tessuto sensibile alla luce situato nella parte posteriore dell’occhio. La retina è essenziale per la visione, poiché converte la luce in segnali che vengono trasmessi al cervello attraverso il nervo ottico. Quando la retina subisce danni, la capacità visiva può essere compromessa, a volte in modo irreversibile.
L’insorgenza del cheratocono
L’insorgenza del cheratocono avviene precocemente, solitamente si presenta già in età adolescenziale con un’evoluzione, fino al periodo della seconda età adulta (40 anni circa), dove solitamente si arresta in maniera spontanea.
L’evoluzione di questa patologia può essere più o meno repentina ed è quindi fondamentale eseguire visite e accertamenti di controllo annuali. Il continuo cambiamento del potere diottrico dell’astigmatismo con relativo asse (astigmatismo irregolare) rappresenta un campanello di allarme molto rilevante.
I sintomi
I sintomi più comuni sono: disturbi alla vista notevoli, come una visione distorta e poco nitida, fastidio alla luce ed irritazione oculare.
Il cheratocono si manifesta attraverso una vista che diviene nel tempo sempre più sfocata e poco migliorabile con gli occhiali. Quando la malattia è in uno stato avanzato ci può essere un forte deficit visivo che non può essere corretto nemmeno con l’uso di lenti a contatto.
Diagnosi
La diagnosi di cheratocono viene effettuata, dal medico, attraverso una visita oculistica completa accompagnata da alcuni esami diagnostici, come: pachimetria, topografia e tomografia cornale e OCT del segmento anteriore.
Come si tratta il cheratocono
Il trattamento può essere distinto a seconda della fase della patologia: in quella iniziale possono essere utilizzate delle lenti a contatto semirigide con funzione di contenimento del “cono”.
Il trattamento: cross-linking
Altro trattamento, applicabile sempre nella fase iniziale del cheratocono, è rappresentato dal CROSS-LINKING. Questa tecnica parachirurgica, attualmente considerata come gold standard, ha lo scopo di rinforzare la cornea bloccando così l’evoluzione del cheratocono.
Tipi di cross-linking
Esistono due tipi diversi di trattamento:
- il cross-linking standard (epi-off), con il quale viene inizialmente rimosso l’epitelio corneale per facilitare l’assorbimento della riboflavina e la successiva irradiazione con raggi ultravioletti;
- il cross-linking transepiteliale (epi-on), dove l’assorbimento e l’irradiazione avvengono senza l’asportazione dell’epitelio corneale; tale tecnica risulta, quindi, più idonea per persone con cornee troppo sottili che non si potrebbero sottoporre alla precedente procedura classica.
Le fasi del cross-linking
I risultati dall’introduzione, qualche anno fa, nella pratica clinica del cross-linking hanno dimostrato l’efficacia e la sicurezza del trattamento; è in grado di evitare nella maggior parte dei casi il trapianto di cornea.
Con il termine inglese di cross linking si intende la formazione di legami incrociati. Si tratta di una terapia parachirurgica che ha come obiettivo quello di aumentare la connessione fra le fibre e la loro resistenza.
In questo modo contrastare e in buona parte dei casi arrestare l’evoluzione del cheratocono. In una prima fase si impregna la cornea con delle gocce di collirio a base di riboflavina (vitamina B2).
Successivamente si procede alla fase di irraggiamento del tessuto corneale con un fascio laser di raggi ultravioletti di tipo A (UVA) a basso dosaggio.
Effetti della combinazione riboflavina e UVA
Nel cross-linking l’azione combinata della vitamina B2 e dei raggi UVA provocano un aumento dei ponti molecolari che conferiscono maggiore resistenza agli strati più interni della cornea, rendendola più rigida e meno soggetta al processo di sfiancamento, caratteristico del cheratocono.
Questa metodica è tanto più utile quanto più precocemente si interviene perché il cross-linking arresta l’evoluzione del cheratocono a partire dal momento in cui viene esso trattato. Trattandosi di un intervento a bassa invasività e a bulbo chiuso, i rischi di grave compromissione funzionale connessi con la chirurgia intraoculare sono esclusi.
Trattamento chirurgico: cheratoplastica
Durante l’evoluzione della patologia il danno corneale potrebbe essere presente anche nella parte centrale della cornea.
n questi casi il medico consiglierà un trattamento chirurgico attraverso la cheratoplastica, che può essere lamellare (DALK) o un trapianto corneale a tutto spessore (PKP). La tecnica verrà stabilita in seguito ad esami diagnostici in grado di comprovare l’entità del deterioramento corneale.
Prevenzione del cheratocono
Non è possibile fare una prevenzione primaria poiché si tratta di una patologia genetica, ma è molto importante individuarla precocemente per poter rallentare il suo decorso.
Si consigliano, infatti, visite oculistiche periodiche, ed in caso di familiarità sottoporsi alle moderne metodiche diagnostiche.
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FAQ
Domande frequenti sulla chirurgia refrattiva
Il cheratocono è una patologia oculare in cui la cornea si assottiglia e assume una forma a cono, causando una visione distorta e sfocata.
Le cause precise del cheratocono sono sconosciute. Si ipotizza che fattori genetici, microtraumi da sfregamento e allergie possano contribuire alla sua insorgenza.
Fattori di rischio per il glaucoma includono l’età avanzata, una storia familiare di glaucoma, l’etnia (con maggior rischio per afroamericani e asiatici), condizioni mediche preesistenti come il diabete, e l’uso prolungato di corticosteroidi. Le persone con miopia elevata sono anche più a rischio.
Un trapianto di cornea può essere necessario quando il cheratocono è avanzato e il danno corneale è significativo. Il trapianto può essere lamellare (DALK) o a tutto spessore (PKP), a seconda della gravità del deterioramento corneale.
Sì, molte persone convivono con il cheratocono grazie a trattamenti efficaci e controlli regolari. È importante seguire le indicazioni del proprio oculista per gestire al meglio la patologia.
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